“Quanto può far male o, per riflesso opposto, bene un’architettura? E un interno?…”
Il progetto del Ristorante Liberamensa è il tema del bell’articolo di Laura Traldi per il suo blog Design@large su D-La Repubblica.
“…Si tratta di un piccolo ma significativo contributo in un discorso più ampio: quello della necessità di progettare luoghi pubblici – soprattutto quelli in cui le persone sono costrette a stare, dagli ospedali agli uffici comunali alle scuole – non tanto con “stile” quanto partendo dal rispetto totale per chi li frequenterà e li utilizzerà.”
“… In questo progetto unico in Italia […] non abbiamo cancellato i segnali chiari e forti su dove siamo: in una prigione, in quello che un carcere potrebbe essere – ed è, in paesi avanzati come la Norvegia, dove infatti il tasso di recidiva è il più basso al mondo – se venisse progettato partendo dalle necessità non solo pratiche ma anche emozionali, psicologiche e sociali dell’essere umano.”
“…il progetto architettonico che è stato realizzato ha semplicemente sovrapposto agli spazi un codice estetico in grado di dialogare con il pre-esistente, ridandogli così valore ma soprattutto dignità.”
“…Siamo ancora lontani mille miglia da un luogo come Halden. [il carcere norvegese preso a modello da studi sulla riduzione della recidività sui detenuti di carceri “umane” -ndr] Ma di certo un progetto come Liberamensa rappresenta un passo significativo nella direzione giusta.”
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CREDITI
Progetto architettonico, curatela e produzione esecutiva: Marcante-Testa (UdA Architects)
Progetto grafico pannelli pareti: Studio Fludd, www.studiofludd.com
Realizzazione allestimento: cooperativa Ecosol
CON IL CONTRIBUTO DI:
SPONSOR TECNICI:
un ringraziamento speciale a tutte le aziende che hanno reso possibile la realizzazione del progetto
Marcante-Testa /UdA Architetti