[…] Ci sono ricordi di famiglia anche solo evocati che aiutano a creare la giusta dimensione.
La casa può dare la felicità se custodisce gli aspetti più intimi delle persone.
Ma questi accenni che potrebbero far pensare alla ‘casa della nonna’ sono tutti reinterpretati in chiave contemporanea, con una sottile ironia […]
testo di Annalisa Rosso
foto di Helenio Barbetta
Nel cuore della Milano operosa, abitare di fronte alla propria sede di lavoro può essere pericoloso. Il rischio di non riuscire a dividere gli ambiti può trasformare il rifugio domestico in un ambiente
stressante, incapace di proteggere dalle – troppe – sollecitazioni esterne. Lo sapevano Andrea Marcante e Adelaide Testa quando hanno messo mano a questo progetto per la prima volta. «Abbiamo voluto realizzare un appartamento che facesse stare bene i suoi abitanti. Le finestre che si affacciano sul cortile interno sono un grande aiuto per schermare la città. Ma il nostro intervento risponde soprattutto a un’idea di comfort a tutto tondo, che comprende l’aspetto architettonico e quello della decorazione senza dimenticare le necessità emotive e psicologiche delle persone che vivono qui», spiegano i due. Per questo nella fase iniziale sono state importanti le chiacchierate con i futuri residenti, che a loro volta puntano l’attenzione su un altro aspetto da non sottovalutare: la conoscenza ventennale e la piena fiducia riposta negli architetti, che hanno realizzato per loro diverse abitazioni non solo in Italia.
«Avremmo potuto benissimo dare le chiavi ad Andrea e Adelaide e tornare dopo sei mesi, senza scegliere niente», racconta la coppia. «Abbiamo solo chiesto che questa fosse una casa-cuccia. Un rifugio molto nostro, con una dimensione familiare, e non una seconda residenza immediatamente riconducibile al lavoro che facciamo a Milano». Questo rapporto confidenziale ha consentito a Marcante e Testa di sperimentare con grande libertà anche nell’utilizzo dei materiali. Le resine utilizzate sono quelle prodotte dall’azienda Rezina, che è di proprietà del padrone di casa Marco Lobina. Per esempio, nel living il parquet in legno è stato riattualizzato grazie a un bordo colorato che delimita le aree di funzione e d’arredo (diventando una sorta di tappeto sotto il tavolo da pranzo), ma richiama anche il decoro tradizionale della riquadratura che nobilitava i pavimenti nel passato.
«Ognuno cerca degli elementi di riferimento in cui riconoscersi, e ritrovarsi, a un livello più o meno inconscio», dicono Andrea Marcante e Adelaide Testa. «Ci sono ricordi di famiglia anche solo evocati che aiutano a creare la giusta dimensione. La casa può dare la felicità se custodisce gli aspetti più intimi delle persone. Ma questi accenni che potrebbero far pensare alla ‘casa della nonna’ sono tutti reinterpretati in chiave contemporanea, con una sottile ironia: le tappezzerie si fanno surreali, arrivando a integrare tra le foglie disegnate la chioma dell’albero che spunta dal cortile, il tavolo che sembra in marmo in realtà è in laminato, e il gioco d’inganni si svela nella bordatura nera». C’è una grande leggerezza in questa rilettura, e i progettisti fanno riferimento al celebre film del 1958 Mon Oncle, di Jacques Tati. Alla rigidità della casa-macchina, subita dagli abitanti, si è preferita l’umanità morbida di Monsieur Hulot. Con questo principio sono stati disegnati gli arredi su misura, che hanno tutti un ruolo nella ricerca dell’equilibrio tipica di Marcante e Testa.
I materiali del passato vengono utilizzati con un approccio completamente nuovo, in un gioco di contrappunti, come nel caso del mobile-paravento in paglia di Vienna che separa salotto e cucina: sollecita memorie lontane ma ha forma e funzione calate nel presente. La stessa armonia esiste tra architettura e decorazione. Le armadiature leggere chiuse da tendaggi e formate da una struttura metallica si allungano in camera da letto fino a incorniciare la carta da parati, su cui appoggia la testiera del letto in bambù. Ancora una volta, la collocazione degli arredi è evidenziata nello spazio e i diversi livelli convivono senza soluzione di continuità. Facile sentirsi a casa qui, dove tutte le esigenze della contemporaneità sono state prese in considerazione. In una ricerca che sta portando Andrea Marcante e Adelaide Testa a segnare una nuova frontiera dell’abitare, che non ha paura di confrontarsi con l’emotività e la delicatezza (simbolicamente rappresentata dai colori atipici scelti per i bagni).