una ricetta perfetta

200 mq - 2025

“Invitare qualcuno significa farsi carico della sua felicità durante tutto il tempo che passa sotto il nostro tetto.”

Jean Anthelme Brillat-Savarin, “Fisiologia del gusto”

 

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“UNA RICETTA PERFETTA” è un progetto innovativo dello studio di architettura Marcante-Testa per un ristorante italiano 3 stelle Michelin. Concepito per un ristretto numero di ospiti, offre un’esperienza unica in diretta relazione visiva con lo chef e la preparazione del cibo.

L’ambiente è progettato per evocare l’intimità di una casa, con un’atmosfera che celebra la convivialità attraverso l’uso sapiente di colori, materiali, opere d’arte e oggetti che raccontano, insieme al cibo, la storia e la cultura del territorio. L’architettura si distingue per la sua flessibilità, pensata per favorire l’interazione tra gli ospiti, offrendo loro un’esperienza sensoriale coinvolgente, quasi come se fossero a casa propria.

Il progetto si sviluppa all’interno di un ampio appartamento che si affaccia su una piazza storica e si articola in quattro funzioni principali: accoglienza, esperienza del pasto, preparazione del cibo e degustazione del vino. Ogni funzione è visivamente collegata alle altre, attraverso una cornice architettonica che ne segna il passaggio e arricchisce la narrazione dell’esperienza.

Le piante, profondamente radicate nella terra e capaci di convivere in armonia, costituiscono l’ispirazione concettuale del progetto. Non solo simbolo di sopravvivenza, ma di prosperità, esse diventano il modello di uno spazio che celebra lo scambio, la crescita e la condivisione.

Un progetto che mira a una raffinatezza etica motivata contrapposta a un lusso ostentato.

 

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L’ACCOGLIENZA

Il primo ambiente è dedicato a far percepire immediatamente valori come condivisione, trasformazione e ospitalità.

La piccola libreria, un giradischi e le sedute distribuite nell’ambiente creano angoli intimi e accoglienti dove fermarsi, evocando il calore di una casa.

L’obiettivo è generare un senso di benessere e attenzione a dettagli preparati per noi, come se si fosse ospiti di un caro amico.

Il rapporto tra interno ed esterno è valorizzato dai piani d’appoggio e dai rivestimenti a parete che incorniciano le visuali sul territorio.

Un luogo come momento di pausa tra “il fuori e il dentro”, come intimo intervallo temporale necessario per predisporre favorevolmente al rito di un pasto speciale.

 

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L’ESPERIENZA DEL PASTO

Una cornice laccata di nero introduce l’ambiente dedicato al pasto con il tavolo conviviale al centro.

Tutte le persone sedute sono in diretta comunicazione visiva sia con lo chef e la sua cucina, sia con l’architettura del centro storico.

Il gusto, l’olfatto e la vista diventano gli strumenti principali, non solo per fare la conoscenza della cucina dello chef, ma anche del territorio che lo ospita.

Le sedie, caratterizzate dagli alti schienali, lasciano intravedere solo il capo degli ospiti, mantenendo un equilibrio tra intimità e apertura.

Il marmo del tavolo si integra con il piano per l’impiattamento, mentre la cantina dei vini, posta sul fondo, offre l’ultima prospettiva visiva.

 

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LA PREPARAZIONE DEL CIBO

L’attività dello chef è incorniciata da un elemento in marmo, simile a un boccascena teatrale, che ritualizza e celebra l’arte culinaria.

Si continua a cucinare anche in tavola: mangiare e comporre il piatto è un gesto alimentare che ha un significato culturale, sociale e simbolico.

Questo gesto rende esplicita la metamorfosi del cibo e la connessione emotiva con i commensali raccolti intorno al tavolo.

La preparazione ed il consumo del cibo avvengono quindi, secondo la prossemica, in un “territorio per conoscenti”.

 

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LA DEGUSTAZIONE DEL VINO

La cantina dei vini è la stanza che custodisce l’ultima metamorfosi, quella del vino, che riposa, evolve e si perfeziona, proprio come gli ospiti che vivono l’esperienza.

Questo spazio celebra la continuità del cambiamento e la possibilità di prosperare nel giusto contesto.

Dopotutto, stiamo parlando di sistemi viventi. Stiamo parlando di oggetti fatti da persone. Stiamo parlando di stanze dove si svolgerà la vita.

Si tratta davvero di creare spazi viventi.

 

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