Words by Rosaria Zucconi, photos by Kasia Gatkowska
with Francesca Benedetto
Un viaggio alla scoperta della Puglia, una sorta di Grand Tour romantico attraverso le forme della cultura popolare. Con questa idea lo studio Marcante-Testa ha cercato di individuare e visualizzare il ‘genius loci’ per riportarlo negli spazi di un appartamento di 200 mq, in un palazzo ottocentesco del centro di Bari. I padroni di casa, una giovane coppia di professionisti, ritornati nella città d’origine dopo lunghi soggiorni
a Milano per motivi di studio e lavoro, desideravano riaccostarsi alla loro identità culturale attraverso un linguaggio diverso, inedito. L’appassionato lavoro di ricerca di forme e materiali messo in opera dai progettisti trasforma la residenza in un susseguirsi di stanze delle meraviglie che sorprendono e affascinano per l’estetica originale che cita il saper fare e le radici pugliesi. “Il legame con il territorio, le sue architetture, le tradizioni e i suoi abitanti, sono stati il fondamento del progetto”, spiega Andrea Marcante. “Abbiamo immaginato i volumi dei bagni e dei guardaroba come vere e proprie micro-architetture ispirate formalmente alle case contadine, mentre gli arredi e le porte realizzate con assi in legno strizzano l’occhio alle vicine atmosfere rurali. L’utilizzo sperimentale della resina tessile sviluppata insieme all’azienda Rezina, che riproduce il punto croce sulle pareti, le lampade di design tricottate e le opere fotografiche con pizzi dell’artista Silvia Giambrone, riprendono le forme tipiche del lavoro femminile, ancora praticato nelle ‘stanze aperte’ della Bari vecchia, a pochi isolati da qui”.
Il vicino Oriente ha ispirato il disegno delle forature sulle porte scorrevoli tra il living, unione di tre stanze visivamente connesse dalla resina, e il corridoio, vibrante di una luce misteriosa. “Questo progetto che risale al 2014 ha messo in evidenza quanto per noi la decorazione consapevole non sia un linguaggio estetico fine a se stesso ma una componente imprescindibile dello spazio abitativo”, prosegue Adelaide Testa.
“È parte integrante dell’architettura e del racconto che la genera e sostiene, ne diventa la massima espressione”. L’intervento ha segnato un ulteriore passo della lunga e colta ricerca sull’abitare contemporaneo dello studio torinese, attraverso percorsi che oggi ricorrono in maniera diffusa nel mondo dell’architettura d’interni. Ritroviamo in questa residenza il tema ampiamente esplorato — e documentato da Elle Decor negli ultimi quindici anni — delle box house, che disegnano un nuovo paesaggio domestico e arricchiscono di prospettive inaspettate il rapporto tra dentro e fuori. Così come l’utilizzo del telaio metallico che, sviluppato con varianti funzionali ed estetiche in numerosi altri lavori firmati dai progettisti, definisce una visione non statica degli ambienti. Infine gli arredi, in questo caso un mix di oggetti antichi, pezzi storici del Novecento o contemporanei, e molti su disegno, concorrono a creare un equilibrio tra emozione e ragione, a misura dei padroni di casa. Ne è un esempio il mobile custom dalla forma scultorea che contiene l’abbattitore, indispensabile in una cucina dove, per tradizione, il pesce crudo non può mancare.
Ripensando al progetto, Marcante ribadisce la sintonia con l’approccio del teorico svedese di architettura Christian Norberg-Schulz, autore dell’opera ‘Genius Loci. Paesaggio, ambiente, architettura’. “Nell’abitare ricerchiamo una componente simbolico-spirituale e non solo tecnico-funzionale. La casa deve darci una dimensione di comfort soprattutto dal punto di vista psico-emotivo perché non rappresenta più solo un rifugio fisico o un modello estetico ma anche un’interpretazione originale delle nostre radici, una memoria rinnovata, attiva e stimolante. Il luogo che più di ogni altro ci riconnette ai ricordi e che ci aiuta quotidianamente in quel processo di pausa, riflessione e consapevolezza, mai come oggi tanto importante”.