EMOTION VS REASON
250 MQ - 2009
“Emozione verso Ragione”
Oppure ragione e sentimento, citando Jane Austen.
Una dialettica e una contesa che, richiama alle regole della scherma, incontro-scontro leale e aperto basato sull’efficacia, l’etica, e la filosofia dei gesti. L’immagine cultural sportiva, più che una fonte di ispirazione un tema ben sfaccettato, percorre l’ultimo progetto di Andrea Marcante e Adelaide Testa dello studio di architettura torinese UdA.
Pedana di gara è lo spazio abitativo per una giovane coppia di professionisti dove la dimensione degli arredi dal forte carattere emozionale-evocativo si fronteggia con la dimensione architettonica, razionale, funzionalista, progettata per ottimizzare esigenze e qualità spaziali. La componente emotiva nasce dagli arredi, capaci di suscitare sentimento e curiosità, per quell’aria di non finito, imperfetto, tipico delle opere di giovani design-artisti, a volte concettuali, sensibili al tema dell’ecologia, del riuso e della ricerca. La razionalità di spazi e volumi nasce dall’esigenza di ottimizzare luce, percorsi, funzioni e per dare vita ad un’architettura interna quasi autonoma e indipendente rispetto all’involucro edilizio, un cubo in vetro e metallo a sua volta “appoggiato” sulla copertura di un edificio industriale con cui sembra voler negare ogni relazione. Il volume, distribuito su due livelli per un totale di 120 mq. è parte della riqualificazione ad uso residenziale/terziario da parte di un operatore immobiliare dell’ex stabilimento industriale di pneumatici Ceat nel quartiere Regio Parco, limitrofo al centro storico di Torino. Da questa premessa e dalla condizione di riuso continuo che la città impone ai suoi edifici, prende spunto la volontà di introdurre all’interno del progetto materiali ed elementi d’arredo ottenuti dal recupero e dal riutilizzo di altri oggetti, sovvertendone il senso e l’uso senza pregiudizi. La zona giorno è caratterizzata da un’ampia e alta vetrata angolare che si contrappone all’altrettanto imponente e scenografico volume che ospita le scale e una passerella sospesa che fa da affaccio sullo spazio sottostante. Il pavimento in pietra chiara si proietta all’esterno sul terrazzo che diviene parte integrante e fondale dell’abitazione. Ulteriore simbolo di una continua contrapposizione tra finito e non finito, esterno ed interno, sopra e sotto, razionale e decorativo, nuovo e riusato, pieno e trasparente. Contrapposizioni che tuttavia si stemperano e raggiungono una sorta di poetica armonia quando i materiali naturali come il legno povero nobilitato dal taglio a piano filo sega, i tessuti materici trasparenti o opachi che diventano struttura, il perfetto controllo delle fonti luminose, il tocco incisivo ma mai invadente di pezzi dalla personalità decisa, il verde del giardino trasformato in un orto biologico in verticale, rispondono singolarmente e nell’insieme a quel nuovo sentimento che possiamo chiamare sostenibile o sensibile a tutto quello che ci circonda, se ha un valore etico da preservare.
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progetto di Andrea Marcante e Adelaide Testa – UdA Architetti
Collaboratori: Shinobu Hashimoto, Mauro Camagna
Fotografo: Max Zambelli